Stanotte ho dormito molto bene e mi sono svegliato per iniziare ad orientarmi nella Casa di Solidarity e nella routine. Questa casa è qualcosa come un provincialato o un generalato in un ordine religioso. Normalmente, c’è una piccola comunità stabile che vive qui, ma ci sono anche uffici e molte stanze per gli ospiti, perché la casa serve come una sorta di hub di transito per i membri di Solidarity che vanno e vengono dai loro progetti, così come una destinazione per altri, come me, che vengono a conoscere Solidarity. Padre Jim Greene, M.Afr., il nostro Direttore Esecutivo, vive qui, così come, ora, Fratel Felipe, FSC, e speriamo che altri li raggiungano a breve. Il loro lavoro non è affascinante, poiché si tratta principalmente di amministrazione e finanza, cercando di sostenere tutti i progetti assicurandosi che le loro necessità materiali, finanziarie e di personale siano soddisfatte.
La casa è accogliente e ben disposta: si arriva prima in un bel patio chiuso, una stanza che è diventata la mia preferita perché le tende permettono di stare un po’ più al fresco. Ci sono sedie morbide, ventilatori e luci per leggere. Da lì, si attraversa una specie di atrio e si entra nel corridoio che porta alla cucina, alla zona pranzo e alla sala comune. Dall’altra parte del corridoio ci sono uffici e un paio di camere da letto e camere per gli ospiti. La casa è confortevole, ma è anche testimone di un tipo di povertà evangelica e di semplicità che è appropriata alla vocazione del missionario in questa terra dove ci sono così tanti poveri e sfollati. Ci sono alcune persone meravigliose il cui lavoro quotidiano sostiene la vita in questa casa, e tra loro ci sono Assunta, Angelina e Donna, qui raffigurate. Insieme ad Emanuel, menzionato prima, mantengono la casa in ordine e ci preparano una deliziosa cena calda ogni giorno. |
Date Published:Nov 10, 2021 Author:David About the Author:Descriptor: Mission Promoter Article Tags:South Sudan, Blog, Solidarity |