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Giorno 21

 

Questa mattina Padre Mike Bassano (mm) ed io dobbiamo partire per Malakal, una città nello stato dell’Alto Nilo, Sud Sudan, che è stata colpita dalla violenza etnica e dalle inondazioni, causando lo sfollamento di quasi 40.000 persone dalle loro case.  Queste persone sono ora classificate come “sfollati interni” (IDP) e vivono, come già detto, in un campo che è sotto la protezione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).  Padre Mike vive in questo campo e assiste gli sfollati da sette anni.

Emanuel ci ha portato all’aeroporto di Juba dove abbiamo fatto il check-in per il nostro volo per Malakal, che era operato da un’altra agenzia delle Nazioni Unite, il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e il loro “Servizio Aereo Umanitario” (UNHAS).

Mentre ci dirigevamo a nord, il nostro volo seguiva il fiume Nilo e ho potuto vedere, dal finestrino dell’aereo, piccoli insediamenti lungo il fiume: un insieme di piccole case fatte di mattoni fatti in casa con tetti di paglia, o piccole strutture fatte di latta ondulata.  C’era anche molta terra aperta, piatta e arida.

Dopo una sosta a Maban, siamo arrivati all’aeroporto di Malakal e siamo stati accolti dal personale delle Nazioni Unite che ci ha riportato al campo.  Era chiaro, dalla vista dalla macchina, che questa zona si trovava in quella che era stata una zona di guerra.  L’aeroporto, insieme a quasi tutti gli altri edifici che abbiamo visto, era stato pesantemente danneggiato da colpi d’arma da fuoco, e poi successivamente saccheggiato di tutto ciò che aveva valore dentro o sopra l’edificio: tetti, finestre, arredi interni, ecc.

Finalmente siamo arrivati al campo dell’UNHCR.  Il campo è composto, in realtà, da tre sezioni: il Campo di Protezione dei Civili (POC) stesso, dove vivono le persone; l'”Hub Umanitario” da cui operano le varie ONG (organizzazioni non governative, come “Medici Senza Frontiere”), e il compound delle Nazioni Unite stesso, dove vivono e lavorano gli impiegati delle Nazioni Unite e alcuni altri associati.  Dopo essermi sistemato nel mio alloggio per i prossimi cinque giorni, io e padre Mike abbiamo percorso la breve distanza fino al POC.

Date Published:

7 Feb 2022

Author:

Fr. David, Mission Promoter

 

Article Tags:

Sud Sudan, Blog, Solidarity

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