Il capo del principale organismo ecumenico del Sud Sudan ha lanciato un appello al mondo perché non si stanchi di parlare del suo Paese, che nel primo decennio di indipendenza è scivolato ripetutamente nella violenza politica ed etnica. “A volte nel mio lavoro mi sento senza speranza, ma poi sento una spinta. Significa che c’è qualcuno che prega per noi”, ha detto padre James Oyet Latansio, un sacerdote cattolico che ricopre il ruolo di segretario generale del Consiglio delle Chiese del Sud Sudan. Padre Oyet ha riconosciuto che la stanchezza da compassione ha spento lo zelo di molti membri della comunità internazionale che vogliono aiutare il giovane Paese africano. “Stiamo facendo del nostro meglio per far sentire la voce di Cristo e sostenere la pace di Cristo. Ma la sfida della violenza è alta. Abbiamo quindi bisogno delle vostre preghiere. Abbiamo bisogno che ci teniate per mano mentre attraversiamo queste sfide in Sud Sudan”, ha affermato. “Non stancatevi di parlare del Sud Sudan o di tenere la mano del Sud Sudan. Accompagnateci nel cammino verso la luce della speranza”. Padre Oyet ha indicato Solidarity with South Sudan, una rete internazionale di gruppi cattolici che lavorano nel Paese, come un modello di lavoro missionario che non si stanca. “Il team di Solidarity comprende fratelli e sorelle di molte congregazioni che hanno donato il loro tempo per venire in Sud Sudan a vivere e lavorare sul posto. Non sono nei luoghi pacifici. Sono nei luoghi caldi”, ha spiegato. Padre Oyet ha detto che i membri di Solidarity sono venuti “in risposta alla richiesta della Chiesa cattolica in Sud Sudan. Formano insegnanti, infermieri e ostetriche, oltre a persone che lavorano nell’agricoltura. E non lavorano solo con i cattolici. Formano anche evangelici e anglicani, trasmettendo valori positivi che aiuteranno il futuro del Paese“. “Nonostante tutte le sfide che hanno affrontato, e ricordo alcune suore che sono state aggredite sessualmente, rimangono con la gente della periferia”, ha detto. Oyet ha anche ricordato due religiose, le sorelle del Sacro Cuore Mary Daniel Abud e Regina Roba, uccise nel 2021 insieme a molte altre persone durante un attacco sulla strada tra Juba e Nimule. Roba era tutor e amministratrice presso il Catholic Health Training Institute, un progetto di Solidarity with South Sudan, nella città di Wau. Questi operatori ecclesiastici, ha detto Padre Oyet, “sono sempre in prima linea e rischiano la vita. Il loro servizio qui non è una questione di soldi che ricevono. Si donano e basta”. L’accompagnamento dei membri di Solidarity e di altri aiuta Padre Oyet a nutrire speranza per il futuro. “Ringrazio Dio per il coraggio che ha dato a queste mie sorelle e fratelli. E ringrazio Solidarity. Nonostante tutta la violenza, stanno ponendo delle buone basi per goderci il buongiorno che crediamo stia per arrivare per il nostro Paese”. (Crediti a Paul Jeffrey and Sean Hawkey)
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Date Published:23 November 2022 Author:Paul Jeffrey
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