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Giornata Mondiale di Preghiera e Ringraziamento per la Vita Consacrata

 

Le donne e gli uomini consacrati hanno avuto un profondo impatto sulla mia crescita personale e sul mio sviluppo spirituale: dalle mie insegnanti alle elementari – le Sorelle della Divina Provvidenza (CDP) di San Antonio, Texas, USA – al mio parroco, padre Francis Monaghan, CSB (Congregazione di San Basilio) della mia parrocchia, Saint Anne’s, a Houston, Texas, alle Sorelle Maryknoll (MM) che prestano servizio nella nostra parrocchia, alle Sorelle della Carità del Verbo Incarnato (CCVI), presso il cui ospedale – il Saint Joseph’s – ho lavorato da adolescente, e infine ai Fratelli Cristiani De LaSalle (FSC), con i quali ho avuto il privilegio di insegnare e servire al Saint Mary’s College della California per quasi trent’anni.  Tante anime belle, che si sono lasciate tutto alle spalle per rispondere pienamente alla chiamata che sentivano nel profondo del cuore, scegliendo liberamente di abbracciare la castità, la povertà e l’obbedienza; scegliendo liberamente di abbracciare una vita di preghiera, di comunità e di ministero, testimoniando così il regno di Dio con la loro stessa vita.  Le semplici parole non sono sufficienti per esprimere la differenza che hanno fatto nella mia vita.  E la mia storia può essere replicata da centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo che sono state toccate dalla vita, dall’amicizia e dal ministero di queste donne e uomini straordinari.

Il sogno di Solidarity with South Sudan non avrebbe mai preso corpo se non fosse stato per l’immaginazione e il coraggio di questi uomini e donne.  I vescovi di quella che allora era la parte meridionale del Sudan vennero a Roma, in cerca di aiuto per il loro popolo.  Si incontrarono con molte persone, in particolare con i leader dell’Unione Internazionale dei Superiori Generali (UISG-donne) e dell’Unione dei Superiori Generali (USG-uomini), e chiesero cosa potessero fare le congregazioni religiose.  Un gruppo di lavoro si è recato in Sudan e ha intrapreso uno studio di fattibilità.  Tornarono a Roma e si incontrarono con i leader dell’UISG e dell’USG che, insieme, decisero di intraprendere un ambizioso progetto di accompagnamento della popolazione del sud del Sudan (poi diventato il Paese indipendente del Sud Sudan) per costruire capacità per il futuro del Paese nel campo dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria, dell’agricoltura sostenibile e della cura pastorale.  E così – lentamente, con molte battute d’arresto e momenti di sconforto – il sogno è diventato realtà.  Negli ultimi quindici anni, quasi un centinaio di suore, fratelli e sacerdoti si sono recati in Sud Sudan per prestare servizio in uno dei nostri progetti, e hanno fatto un’enorme differenza che potrebbe essere raccontata solo condividendo le storie di tutte le persone la cui vita è stata toccata e trasformata dalla loro presenza e dal loro ministero.

Sono andati in Sud Sudan, naturalmente, per servire, come fanno tutti i religiosi apostolici.

Tuttavia, una parte spesso non raccontata e non apprezzata della storia è che sono andati anche per esplorare un nuovo modo di vita religiosa, un modello di collaborazione piuttosto che di competizione, in cui donne e uomini provenienti da diverse congregazioni e da diverse parti del mondo, con diversi talenti e capacità, avrebbero vissuto e lavorato insieme, modellando così una nuova forma di vita consacrata.

Le storie di religiosi cattolici sono numerose e gli accademici trascorrono intere vite e carriere a ricercare e scrivere su queste persone straordinarie e sulle loro avventure di fede e testimonianza.  Ciò che le accomuna tutte, tuttavia, è un metodo semplice che mi è stato descritto dalle sorelle Judith Anne Beattie, CSC e Mary Ellen Vaughn, CSC dell’ex Holy Cross Health System di South Bend, Indiana.  Hanno descritto il metodo delle suore pioniere come 1) riconoscere i bisogni, 2) costruire la fiducia e 3) rischiare.  Questo metodo è molto evidente nel lavoro di Solidarity with South Sudan.

La Giornata mondiale di preghiera e ringraziamento per la vita consacrata si svolge ogni anno il 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore al Tempio.  Questa bellissima festa, nota anche come Candelora, commemora la consacrazione di Gesù a Dio da parte dei suoi genitori Maria e Giuseppe.  È la tradizionale conclusione del Natale e dell’Epifania, e le candele vengono benedette come ultimo ricordo della luce di Cristo che è entrata nel mondo con la nascita di Gesù.  Concludo con una magnifica poesia del monaco cistercense Thomas Merton:

 

La processione della Candelora

 

Lumen

Ad revelationem gentium.

 

Guarda bene, Gesù, dove veniamo,

Nuovi Simeoni, per accendere,

Ognuno al Tuo sacrificio infantile la candela della propria vita.

 

E quando la Tua fiamma si trasforma in molte lingue,

vedi come l’Uno si moltiplica, tra noi, a centinaia!

E va tra gli umili e consola i nostri parenti peccatori.

 

È per questo che veniamo,

e, inginocchiati, riceviamo ciascuno una fiamma:

Ad revelationem gentium.

 

Le nostre vite, come candele, incidono questo semplice simbolo:

Piangete come la nostra vita corporea, dolce lavoro delle api,

Addolcisci il mondo, con il tuo lento sacrificio.

 

E questa sarà la nostra lode:

che per le nostre spese, la volontà di nostro Padre

ci ha bruciati e consumati per una parabola.

 

Né bruciamo ora con fiamme brune e fumose, ma luminose

finché il nostro sacrificio non sarà compiuto,

(per il quale non noi, ma Tu sei conosciuto).

E poi, tornando al nostro Padre, uno per uno,

restituiremo le nostre vite come luci sagge e incandescenti.

 

“Addolcisci il mondo con il tuo lento sacrificio”.  Esiste una descrizione migliore di ciò che le donne e gli uomini consacrati fanno per noi ogni giorno?

 

 

Date Published:

2 Feb 2024

Author:

Fr. David, Mission promoter

 

Article Tags:

Ultime notizie, Sud Sudan, Solidarity, Giornata Mondiale della Vita Consacrata, Missione, Speranza

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